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 PASQUA 2004 A CHIETI 



  L a targa alla casa natale di D'Annunzio - Pescara 

Visita alla casa natale di D'Annunzio 


" Gabriele D'Annunnzio si sentì sempre figlio di Pescara a dell'Abruzzo....... "


Dieci epigrafi sulle vie del Vate a Pescara nasce un itinerario dannunziano. Pescara, città natale di Gabriele d’Annunzio, venerata nelle sue opere come luogo dei ricordi più cari, ora gli rende nuovamente merito e lo omaggia con dieci eleganti epigrafi in marmo a lui dedicate che sono collocate nei punti strategici della città: da Portanuova al centro. "............ Giunsi a casa ai primi di luglio un pò sciupato nella salute e stanco nell'anima; trovai nel Michetti un amico amoroso che mi rialzò, mi distrasse, mi comunicò un pò della sua fede e del suo fuoco sacro. Siamo stati insieme a pellegrinare per questi meravigliosi Abruzzi; abbiamo fatto delle cavalcate deliziose a traverso catene di montagne e valli profonde; abbiamo fatto delle nuotate potenti in questo Adriatico fatato....". Un vero e proprio itinerario dannunziano, un sentiero segnato da dieci epigrafi con citazioni di brani tratti dalle sue opere in grado di attrarre il passante, anche il più frettoloso o il più distratto, saranno collocate nel piazzale della vecchia stazione ferroviaria, nella casa del Vate e nel cortile interno dove usava affacciarsi la madre del poeta Luisa De Benedictis, davanti alla cattedrale di San Cetteo, lungo il ponte Risorgimento, su viale Muzii, in piazza Salotto all’angolo con via Regina Margherita, nella Pineta dannunziana, in via delle Caserme e corso Manthonè."..... L'impressione fu a Miglianico, alla festa di San Pantaleone, nella calura soffocante dell'estate, dentro la chiesa, tra il lezzo bestiale che esalava da quei mucchi di corpi umani accalcati nella mezza ombra. Era una greggia, una ,mandria enorme d'uomini, di femmine, di fanciulli....". Qui sembra dirci, con il piglio da cronista quale egli fu, non esita a porre mano alle riserve abruzzesi, facendo un'indagine utoptica della terra natia: " Ho lavorato, ed anche assistito a certe strane feste nei santuari dei dintorni. Se tu vedessi che singolare spettacoli barbarici!.... "

 

Quest'anno Chieti, al Marrucino rievoca i cento anni della rappresentazione della “Figlia di Jorio” 


Secondo appuntamento della rievocazione ”I cento anni de ”la Figlia di Iorio”, promossa dal Teatro Marrucino con Università, Sistema bibliotecario provinciale, Teatri Juliusza Slowackiego di Cracovia, Maggio Teatino, Università popolare medio-adriatica di Teramo, ” Primafila ” mensile di tatro e di spettacolo, Luigi D’Amico ” Parrozzo ”. Ideata dallo studioso dannunziano Enrico Di Carlo l’iniziativa si concluderà il 23 maggio 2004 . Venerdì alle 16,30 nel Ridotto del Marrucino verrà presentato il libro ” Gabriele d’Annunzio negli Abruzzi. Il poeta alla prima rappresentazione de ” La Figlia di Iorio ” (Giugno 1904) ”, curato da Enrico Di Carlo, ”innamorato” di questa tragedia pastorale, emblematica per la cultura abruzzese e capolavoro del Vate pescarese. In un agile volumetto di 63 pagine (Ricerche e Redazioni, Tedramo, 2003, Ç8,00), con introduzione di Franco Di Tizio, Enrico Di Carlo fa rivivere le cronache delle intense giornate e nottate vissute da Gabriele d’Annunzio per la rappresentazione della tragedia al Teatro Marrucino nei giorni 23, 24 e 25 giugno 1904 (quest’ultima a prezzi popolari, voluta dall’autore ”imaginifico”), quale espressione di gratitudine per aver ottenuto la cittadinanza onoraria di Chieti. Sono ricreate le atmosfere di inizio ’900, gli entusiasmi della gente, la esibizione istrionesca di Gabriele d’Annunzio.  

  Chieti 13 aprile 2004

 

 

 

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