Visita
al Museo delle Genti d'Abruzzo
"
Il destino degli uomini nella regione che da otto secoli
viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalla
montagna.........<Ignazio
Silone>"
Nei luoghi di culto in grotta neolitici e nei ripari sottoroccia
con pitture rupestri propiziatorie dell'età del bronzo - ferro,
si è potuta documentare in 8 casi una continuità di
frequentazione rituale fino ai giorni nostri. Entrando sulla
sinistra, è stato allestito un modello di grotta, rivestito
all'esterno da riproduzioni fedeli di pitture rupestri (dall'Eremo di Santo Spirito), rappresentanti per lo più
cavalieri armati dell'età del bronzo e del ferro. In varie
nicchie sono esposti reperti di epoche diverse, dal neolitico al
medioevo. Infatti i primi agricoltori ubicavano la Divinità
all'interno della Terra, cui attribuivano il " miracolo
" di far germogliare la vita vegetale indispensabile
a quella animale. Per offrirle sacrifici la penetravano attraverso
le grotte e vi scavavano delle buche in cui venivano gettate le
offerte (vi si svolgevano anche sacrifici di bambini, come
attestato nella Grotta dei Piccioni di Bolognano). Nelle nicchie
in cui è suddiviso il simulacro sono rappresentate espressioni di
culto in grotta di varie epoche: dal neolitico raffigurato da
pitture in ocra rossa con sacerdote orante, da una fossa con mele
e frumento, da un circolo " magico " di pietre; fino ad
arrivare al medioevo con la statua di San Michele Arcangelo,
piatti ed altri oggetti appartenuti agli eremiti, che utilizzarono
quelle stesse grotte come abitazione e Chiesa.
La
continuità del mondo antico dalla preistoria
alfindusfrializzazione
I
luoghi di culto ed i riti pagani
La
straordinaria continuità dei luoghi di culto e di alcuni rituali
pagani ha motivazioni più complesse, rispetto alla continuità
degli oggetti. L'attaccamento dei popoli italici ad una religione
semplice ed essenziale, fatta di dei concreti, trasfigurazione di
personaggi reali, rispecchiava e ben si adattava alloro stile di
vita pragmatico. Questo senso esasperato di realismo, che ancora
adesso si conserva nelle campagne abruzzesi e che tanto aveva
caratterizzato la forza politica di Roma, ostacolò il diffondersi
di tutte quelle filosofie, utopie e religioni provenienti
dall'Oriente, mentre nella capitale Roma, ormai sommersa da
un'immigrazione cosmopolita, e nelle città, queste nuove idee
avevano profondamente radicato, vincendo le resistenze di una
minoranza del vecchio patriziato.
Come
potevano delle tribù guerriere che adoravano Ercole, accettare
una religione che propagandava valori diametralmente opposti alla
propria cultura? Inoltre il paganesimo tradizionale probabilmente
veniva correlato ad altri ideali propri della romanità, che nelle
città andavano disgregandosi insieme alla stabilità dell'Impero.
Per tale motivo nella popolazione montanara conservatrice, la
fedeltà alla religione dei padri potrebbe aver acquisito anche un
significato ideologico di resistenza alle nuove idee, sia perchè
non adatte al proprio carattere pragmatico, sia perchè ritenute
sovvertrici di un ordine che aveva, fino ad allora, garantito
sicurezza e stabilità.
Lo stesso
Cristianesimo, penetrato nelle città fin dai primi secoli, riuscì
a diffondersi in questo mondo agricolo pastorale molto tardi, solo
dopo il crollo dell'Impero Romano d'Occidente, tra il VII e l'
VIII secolo. Naturalmente non fu possibile modificare
completamente tradizioni e riti. La Chiesa preferì accettare di
inserirsi, con altrettanto realismo, nei luoghi di culto
tradizionali, adattando spesso gli antichi riti pagani alla nuova
religione, come viene ampiamente documentato.
Chieti 13 aprile 2004
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Cliccando sulle foto sovrastanti si ottengono le stesse
ingrandite