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 PASQUA 2004 IN ABRUZZO



  Abitazione in trulli, Tholos 

Visita al  Museo delle Genti d'Abruzzo 


" Il destino degli uomini  nella regione che da otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalla montagna.....  ...<Ignazio Silone>"

 

Sala 6 & 7

 

Abitazione in trulli (Tholos) Transumanza e produzione della lana

L'abitazione nei luoghi di pascolo di montagna o pianura, fin dalla preistoria, era ricavata direttamente dalla natura. La priorità, in montagna, era data alle grotte ed ai ripari sottoroccia, cavità adattate con protezioni di muri in pietra a secco e pelli di pecora. In mancanza di tali cavità, si costruivano abitazioni in pietre con una tecnica particolare ( tholos o trulli), talvolta plurime (plastico sulla sinistra e vetrine 1-2)" Queste costruzioni destinate a durare nel tempo, venivano coperte sulla sommità cupoliforme da uno spesso strato di sterco di pecora, per aumen­tarne l'isolamento termico. Nella campagna romana la scarsezza di pietre adatte, costringeva alla costruzione di capanne in legno e paglia. I contigui ricoveri per le pecore, detti stazzi, in rari casi venivano ricavati anch'essi dalle grotte o ripari sotto roccia, altrimenti venivano costruiti recinti con muri di pietra a secco in montagna. In pianura e durante le transumanze venivano alzati ricoveri in rete di corda. Attorno dormivano i cani per la difesa, specie da lupi. La transumanza, dovuta alla necessità di trasferire in autunno a piedi le greggi, dai monti alle lontane pianure pugliesi o a quelle circostanti Roma, è l'elemento che caratterizza la pastorizia abruzzese rispetto alle altre, rendendola più fatico­sa e particolarmente pericolosa per l'incolumità del bestiame. I tracciati dei tratturi, vere vie d'erba per gli spostamenti stagionali, sono antichissimi. Da qualche decennio la transumanza avviene su strada con autocarri. La produzione della lana è stata la principale fonte di reddito economico in Abruzzo, assicurando un relativo benessere, specie in epoche caratterizzate da fattori climatici favorevoli. La tosatura delle pecore, seguita dalla marchiatura, preceduta dal lavaggio del bestiame, costituisce uno degli appuntamenti a sca­denza annuale.

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Sala 8

 

  Arredo dei ricoveri stazzi e produzione del formaggio

L'arredo del ricovero del pastore era ridotto all'essenziale e ricavato per lo più direttamente dalla natura del luogo ( pietra, legname, rami e pelli di pecora ). Infatti il trasporto sulla montagna. affidato al mulo, doveva dare la priorità al carico di sale, neces­sario elemento integrativo per le pecore e di pane per settimane di autonomia. Ai piedi del trullo si vede una testa scolpita nella pietra da un pastore e abbandonata, per il suo peso, nel luogo stesso di produzione. Accanto, un ramo d'albero ripulito ed infisso nel terreno ("arci­ciocco") serviva da sostegno per uten­sili vari e per l'essicazione della carne. Nella parte destra della sala, sono documentate le principali occupazioni quotidiane del pastore: la mungitura e la caseazione.

 Formazione del carattere

La necessità propria del pastore di continui e lunghi spostamenti nel difficile terreno di montagna, del pernottamento per mesi in grotte o ripari sotto roccia, abitua a ridurre il proprio bagaglio ed i propri bisogni all'essenziale e lo propria alimentazione al prodotto delle pecore, con "aggiunta di solo pane, sale ed olio. Questa situazione stimola al massimo il senso pratico e aiuta a sfruttare ogni elemento ed ogni risorsa della natura per adattarsi ad un ambiente di vita così difficile. Dopo millenni si è così sviluppata una cultura del pragmatismo e dell'essenzialità, che diventa anche rudezza formale nel rapporto con gli altri uomini. Rapporto reso molto breve e saltuario dalle lunghe solitudini del pastore. Questo ha reso gli abruzzesi tendenzial­mente taciturni, riservati e, spesso, timidi. La necessità di vincere una natura che rende tutto difficile e faticoso, stimola la tenacia. Proverbiale è l'ostina­zione degli abruzzesi, che si aggiunge alle altre conseguenze della lotta con l'ambiente della montagna, quali la frugalità ed una grande solidarietà, specie nel piccolo gruppo. Qualità quest'ultima che può dare una spiegazione di come l'indole guerriera, propria dei pastori che devono attraversare con le greggi territori altrui, si accompagni nell'Abruzzo rurale ad uno dei più bassi indici di criminalità d'Italia.

Sala 9

 

 Il grano: dal seme alla farina

Base dell'alimentazione delle popolazioni mediterranee fin dal neolitico, i cereali - ed in particolar modo il grano - costituiscono il fulcro del ciclo agricolo annuale. L'aratura dei campi, la semina, la mietitura e la trasformazione del grano in farina, sono fasi di lavoro effettuate con strumenti e metodi rimasti immutati fino alla "rivoluzione industriale", in Abruzzo esplosa solo dopo il secondo dopoguerra. Alcuni di questi strumenti e metodi pri­mitivi si sono tramandati simili dalla preistoria. Nella sala due plastici ricostruiscono didatticamente alcune fasi di lavoro e di vita contadina della prima metà del Novecento.

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   Chieti 13 aprile 2004 - Cliccando sulle foto sovrastanti si ottengono le stesse ingrandite

 

 

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