Visita
al Museo delle Genti d'Abruzzo
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Il destino degli uomini nella regione che da otto secoli
viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalla
montagna..... ...<Ignazio
Silone>"
Sala 10
L'olivo
e il fieno - dal campo all'aia
La
coltivazione, raccolta e trasformazione dell'olivo in olio è una
tra le principali risorse agricole della collina abruzzese,
praticate fin dall'antichità.
Nella sala
sono esposti sia gli attrezzi da lavoro, che i mezzi per il
trasporto e la conservazone dei prodotti agricoli in genere,
come il fieno e gli erbaggi per il bestiame, che venivano raccolti
sull'aia e ammonticchiati in covoni.
Sala
11
La
vite e il vino
l'allevamento
e le attività complementari
Fino
alla prima metà del Novecento, la coltivazione della vite in
Abruzzo aveva soprattutto finalità di produzione vinicola per il
consumo domestico. Nel XIX secolo veniva prodotta uva da
esportazione solo in alcune località di particolare vocazione,
dove si facevano anche vini speciali, come i liquorosi e i
moscati. Nella sala si possono osservare diversi utensili da
lavoro e
contenitori
usati per la cura della vigna e la produzione del vino.
Nell'economia
dell'autosufficienza, propria del mondo rurale, veniva allevato
con cura bestiame da lavoro: buoi per l'aratura ed asini o muli da
soma per il trasporto, specie nelle zone collinari o di montagna.
I bovini erano utilizzati anche per il traino del carro agricolo. Grande
importanza, fin dall'epoca preistorica; aveva l'allevamento del
maiale ( di colore scuro e più magro dell'attuale di importazione
), per la sua grande frugalità alimentare ( scarti della mensa e
delle coltivazioni, ghiande, ecc. ) e per la possibilità di
utilizzare integralmente il suo corpo, dalla carne alla vescica,
usata da sempre come contenitore.
Caratterizzava
l'agricoltura abruzzese,
dall'età
del bronzo al dopoguerra, la presenza costante di un piccolo
gregge di 15 30 pecore, necessario a fornire la lana per le
lavorazioni di uso domestico, ed il formaggio da essiccare come
scorta alimentare.
Sempre
presenti anche gli animali da cortile e, in certe località,
alcune capre.
Nelle pause
lavorative invernali il contadino ricavava dal legno utensili ed
oggetti di uso domestico, o intrecciava canestri e ceste, utili
anche all'essiccazione di fichi e formaggio.
Approfondimento
culturale
I
cicli agricoli
Nel
calendario produttivo agricolo, il ciclo annuale viene tuttora
scandito dai tempi di semina e raccolta del grano, risorsa
alimentare primaria e fondamentale, seguito dalla vendemmia e
dalla raccolta dell'olivo con la successiva trasformazione in
olio.
Alla
coltivazione del grano duro e tenero, utilizzato soprattutto per
fini commerciali, la famiglia contadina affiancava quella del
granturco, meno richiesto dal mercato e quindi più economico,
utilizzato per l'alimentazione ordinaria della famiglia; sugli
altipiani dell'Abruzzo interno, si è conservata, favorita dalle
condizioni climatiche, la produzione del farro, dei legumi e delle
patate.
Altri
cereali, come l'avena, l'orzo e il sorgo, venivano invece
utilizzati per l'allevamento del bestiame, che in passato era
necessario per la sopravvivenza della famiglia contadina, sia come
aiuto nel lavoro agricolo, sia per l'alimentazione.
Alla semina
praticata nel tardo autunno, dopo le fatiche dell'olivo e mentre
il vino otteneva la giusta fermentazione, seguiva il lungo periodo
invernale, considerato dai contadini come il tempo del
"riposo", intervallato dalle operazioni di potatura
degli olivi e delle vigne, che occupava solo le brevi ore di luce
diurna.
In
quest'occasione, gli uomini approntavano o rimodernavano gli
attrezzi da lavoro, o confezionavano contenitori per le diverse
funzioni ed occasioni, spesso utilizzando materie povere ricavate
dalla natura, legno, pietra, fibre vegetali ed animali.
Le donne
erano intente alla preparazione dei corredi per le figlie o
sorelle, passando al telaio gran parte del tempo che ricavavano
dalle altre incombenze domestiche.
I
rituali
Anche i
rituali festivi in inverno erano connotati da un carattere più
intimo, come il periodo natalizio, considerato adatto dai
contadini a trarre pronostici ed auspici per l'andamento
climatico delle stagioni.
Infatti
l'osservazione degli astri soprattutto delle fasi lunari, erano di
importanza fondamentale
per la buona riuscita di ogni attività agricola, soprattutto
invernale, quando bisognava potare o trapiantare le piante o
bisognava effettuare uno dei tanti travasi tra botti e damigiane
di vino, necessari per la qualità della sua maturazione.
L'inverno,
per millenni, è stato il tempo delle storie narrate dai nonni
davanti al grande focolare domestico, quando questo diventava il
palcoscenico delle questue cantate dai più poveri, in onore del
santo d'occasione, per ricevere un po' di solidarietà dai
paesani, costituita da semplici beni alimentari.
In tal modo,
il patrimonio culturale tradizionale veniva tramandato alle nuove
generazioni.
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Chieti 13 aprile 2004
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Cliccando sulle foto sovrastanti si ottengono le
stesse ingrandite
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