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 PASQUA 2004 IN ABRUZZO



  Ingresso Museo delle Genti d'Abruzzo - Pescara 

Visita al  Museo delle Genti d'Abruzzo 


" Il destino degli uomini  nella regione che da otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalla montagna.....  ...<Ignazio Silone>"


Sala 2

 

Formazione etnica e sua continuità

 

Viene fatta una breve sintesi della storia dell'Uomo in Abruzzo con il fine princi­pale di evidenziare la formazione etnica delle sue genti. Si sottolinea, inoltre, la presenza di "culture" peculiari entro i confini regionali. Nelle prime vetrine a sinistra  vi è una sintesi della più antica età della pietra, i 3 periodi del PALEOLITICO che in Abruzzo inizia circa 700.000 anni fa e termina con il Bertoniano da Montebello di Bertona. L'ultima di queste vetrine appartiene alla fase di transizione dal nomadismo stagionale proprio dei cacciatori del paleolitico alla prima agricoltura ( comparsa in Abruzzo circa 6.500 anni fa ). Questa fase transitoria di crisi dura circa 2.000 anni e viene chiamata MESOLITICO. Nelle vetrine a destra, la rivoluzionaria fase agricola, detta NEOLITICO, sottolinea due "culture" proprie dell'Abruzzo, quella di Catignano, con analogie con una cultura delle Puglie, e quella di Ripoli che segna anche la fine dell'età della pietra e l'inizio dell'utilizzo del primo  metallo, il rame. AI centro di questa prima metà della sala dedicata all'età della pietra, due sepolture femminili neolitiche sono molto importanti perchè hanno entrambe corredi funebri con vasi delle due culture, Catignano e Ripoli, e testimoniano quindi una fase di trapasso tra l'una e l'altra. La seconda metà della sala è dedicata all'età dei metalli ( età del BRONZO e del FERRO ), importantissima per l'Abruzzo perchè vede l'arrivo di quelle nuove genti che, sovrapponendosi alle precedenti, costituiranno la base etnico culturale fondamentale della regione. Le vetrine documentano la comparsa della pastorizia ed il suo prevalere sull'agricoltura in montagna, da cui scaturisce un'economia mista con pastorizia transumante che caratterizzerà la regione fino al XX secolo. Queste tribù di pastori -guerrieri di stirpe sabellica daranno un apporto militare determinante all'espansione di ROMA, come testimonia la storiografia latina. La loro breve ribellione, nel 90 a.c., per ottenere la cittadinanza romana, porterà alla coniazione della prima moneta con il nome ITALIA. L'arrivo dei "barbari" e dei longobardi in particolare (VI secolo d.c.) cancellerà, come quasi ovunque in Italia, i resti della civiltà romana, con un ritorno generale alle capanne (tav."Civiltà dell'abitare"). Queste popolazioni germaniche, con seguito di tartari, si insedieranno in alcune zone della regione, costituendo l'unico ulteriore apporto etnico significativo alle genti d'Abruzzo. Nell'età del bronzo-ferro arrivano in Abruzzo genti indoeuropee di stirpe sabellica, dotate di una economia ancora basata essenzialmente sulla caccia, che si sovrappongono ai neolitici e ne travolgono la civiltà agricola che solo più tardi verrà parzialmente recuperata. Nasce così quel gruppo etnico, definito "italico", di pastori agricoltori d'indole guerriera che, come abbiamo visto, darà nei primi secoli dell'espansione di Roma, un determinante contributo militare. Da allora, fino ai nostri giorni, l'Abruzzo non ha più avuto apporti significativi di altre popolazioni, all'infuori di un consistente gruppo di stirpe germanica. Furono i longobardi ( VI-VII sec. d.C.), con qualche seguito di bulgari (tartari) assoggettati, ad insediarsi in diverse zone strategiche. Ancora oggi, in talune località, si possono osservare chiare tracce nei toponimi e, talvolta, anche nei tipi fisici, di questi arrivi di genti longobarde.

 

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 Chieti 13 aprile 2004 - Cliccando sulle foto sovrastanti si ottengono le stesse ingrandite

 

 

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