Visita
al Museo delle Genti d'Abruzzo
"
Il destino degli uomini nella regione che da otto secoli
viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalla
montagna.........<Ignazio
Silone>"
Sala
4
Continuità
dei riti sacri ed oggettuale
Sulla
destra della sala n°4, vengono descritti numerosi riti, tutti
legati al ciclo stagionale e quindi alle colture agricole, nei
quali è evidente l'adattamento cristiano ad una religione pagana.
AI centro la
" Pupa ", fantoccio dalle fattezze femminili che viene
fatto danzare da un
uomo posto
al suo interno, alla conclusione di numerose feste tradizionali.
Durante la danza, vengono accesi i fuochi d'artificio che ne
circondano la figura. In passato la " pupazza " veniva
interamente bruciata, e le ceneri venivano sparse nei campi a
scopo propiziatorio.
La vetrina
centrale contiene dolci e pani legati a feste tradizionali.
Continuità
oggettuale.
Sulla
sinistra al centro della sala 4 è documentata la continuità di
numerosi oggetti, tecniche e tipi di decori, dalla preistoria al
XX secolo.
Continuità
del paesaggio.
Sulle
pareti, sempre a sinistra della sala 4, viene illustrata la
continuità del paesaggio
sia rurale (
i campi aperti ) che abitativo dei " vici " e degli
incastellamenti d'altura, prima italici e poi medievali.
Sala5
Corredo
del Pastore
A
sinistra il vestiario ed alcuni elementi del corredo confermano
una continuità nel ricavare oggetti direttamente dalla natura
(corna, zucche, ecc.) con una semplicità di esecuzione che
chiaramente rimanda alla preistoria. Anche il vestito festivo (
ultima sagoma a destra, prima fila ) è tessuto in casa con lana
di
propria
produzione. Il cane, già prezioso compagno nella caccia ai
piccoli animali fin dal Mesolitico ( circa 8.000 anni fa ),
diventa necessario coadiutore del pastore nella conduzione e nella
difesa del gregge ( vedasi il collare "da lupo" sulla
sagoma ). Anche la mazza ferrata ( I° sagoma) serviva da difesa.
Nelle
vetrine sono esposti vari elementi del corredo
per lo più
realizzati dallo stesso pastore. Si nota anche un pennello nella
scatola da rasoio che è ricavato dalla coda di un tasso.
Gli intagli, realizzati con grande perizia, raggiungono talvolta
notevole valore artistico. Il libro dell"'Oriando
Furioso", particolarmente gradito ai pastori in grado di
leggere, testimonia l'ammirazione verso le gesta eroiche propria
di una cultura guerriera.
Sintesi
culturale
La continuità del
mondo antico
L'economia
rurale era basata sull'autosufficienza, mediante una produzione
familiare che traeva direttamente dalla natura tutto quanto
potesse occorrere in cibo, vestiario ed oggetti (con l'esclusione
della metallurgia, della ceramica e di poco altro). Questa
pratica non era imposta solo da una dura necessità di risparmio
economico, ma anche dalla difficoltà della distribuzione
commerciale, per la forte dispersione abitativa, propria dei
contadini e dei pastori, su di un territorio difficile,
poverissimo di strade e di mezzi di comunicazione. La convenienza
economica dell'autosufficienza nella fabbricazione di oggetti e di
vestiario, era accresciuta anche dai particolari ritmi di lavoro
dettati dalla natura, con lunghe pause invernali per
l'agricoltore, che le impiegava per produrre tali beni, e con
continue brevi pause giornaliere per il pastore, durante le soste
del gregge per il pascolo. Questi portava con sè l'oggetto da
lavorare, per lo più legni da intagliare ed incidere con il
coltello, da cui ricavava tutto quanto potesse occorrergli.
La
conservazione nel tempo di queste primitive tecniche di produzione
manuale risponde, in maniera funzionale, al perpetuarsi di
medesimi bisogni dettati da un'economia semplice rimasta immutata.
Questo
spiega perchè certi oggetti e certe tecniche siano rimasti molto
simili dalla lontana preistoria ad oggi, con una continuità di
produzione che è giunta ininterrotta fino all'affermarsi pieno
dell'industrializzazione, con le sconvolgenti innovazioni
tecnologiche ad essa connesse.
Cessa così,
dopo millenni, un sistema di vita caratterizzato da una stentata
indipendenza economica, che aveva consentito all'uomo di trarre
direttamente dalla natura quasi tutto quanto potesse occorrergli.
Appare dunque appropriato il termine di "rivoluzione
industriale". Nasce pertanto la necessità e l'urgenza di
conservare ai posteri la memoria di oggetti e di tecniche giunte
fino a noi dalla lontana preistoria, in musei come questo.
La
pastorizia e
le genti italiche
La
fondamentale importanza della pastorizia fin dall'antico mondo
italico romano, dai Sabini delle foci del Tevere alle tribù
del medio Adriatico, emerge dalla radice della
parola che indica lo prima moneta: pecunia, dal latino
" pecus " pecora. Il principale oggetto di
scambio degli italici nei primitivi baratti commerciali
con altri popoli, prima della comparsa delle monete, doveva
essere costituito dalle pecore e dai
derivati lana e formaggio. Anche lo parola peculio (
latino " peculium " ) che nel diritto romano indicava i
beni di cui il " poter familias " concedeva
al figlio l'amministrazione ed il godimento, riservandone
lo proprietà, ha lo sua significativa radice nella
parola " pecus" , pecora. Fino all'industrializzazione
lo pastorizia ovina ha costituito lo principale risorsa
economica della regione più montuosa dell'Appennino.
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Chieti 13 aprile 2004
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Cliccando sulle foto sovrastanti si ottengono le
stesse ingrandite
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