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 PASQUA 2004 IN ABRUZZO



 La Pupa  -  Dolci 

Visita al  Museo delle Genti d'Abruzzo 
 

" Il destino degli uomini  nella regione che da otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalla montagna.........<Ignazio Silone>"

 


Sala 4

 

Continuità dei riti sacri ed oggettuale

Sulla destra della sala n°4, vengono descritti numerosi riti, tutti legati al ciclo stagionale e quindi alle colture agricole, nei quali è evidente l'adattamento cristiano ad una religione pagana. AI centro la " Pupa ", fantoccio dalle fattezze femminili che viene fatto danzare da un uomo posto al suo interno, alla conclusione di numerose feste tradizionali. Durante la danza, vengono accesi i fuochi d'artificio che ne circondano la figura. In passato la " pupazza " veniva interamente bruciata, e le ceneri venivano sparse nei campi a scopo propiziatorio. La vetrina centrale contiene dolci e pani legati a feste tradizionali.

Continuità oggettuale.

Sulla sinistra al centro della sala 4 è documentata la continuità di numerosi oggetti, tecniche e tipi di decori, dalla preistoria al XX secolo.

Continuità del paesaggio.

Sulle pareti, sempre a sinistra della sala 4, viene illustrata la continuità del paesaggio sia rurale ( i campi aperti ) che abitativo dei " vici " e degli incastellamenti d'altura, prima italici e poi medievali.

 

Sala5

 

Corredo del Pastore

A sinistra il vestiario ed alcuni elementi del corredo confermano una continuità nel ricavare oggetti direttamente dalla natura (corna, zucche, ecc.) con una semplicità di esecuzione che chiaramente rimanda alla preistoria. Anche il vestito festivo ( ultima sagoma a destra, prima fila ) è tessuto in casa con lana di propria produzione. Il cane, già prezioso compagno nella caccia ai piccoli animali fin dal Mesolitico ( circa 8.000 anni fa ), diventa necessario coadiutore del pastore nella conduzione e nella difesa del gregge ( vedasi il collare "da lupo" sulla sagoma ). Anche la mazza ferrata ( I° sagoma) serviva da difesa. Nelle vetrine sono esposti vari elementi del corredo per lo più realizzati dallo stesso pastore. Si nota anche un pennello nella scatola da rasoio  che è ricavato dalla coda di un tasso. Gli intagli, realizzati con grande perizia, raggiungono talvolta notevole valore artistico. Il libro dell"'Oriando Furioso", particolarmente gradito ai pastori in grado di leggere, testimonia l'ammirazione verso le gesta eroiche propria di una cultura guerriera.

  Sintesi culturale

 

   La continuità del mondo antico

 

L'economia rurale era basata sull'autosufficienza, mediante una produzione familiare che traeva direttamente dalla natura tutto quanto potesse occorrere in cibo, vestiario ed oggetti (con l'esclusione della metallurgia, della ceramica e di poco altro). Questa pratica non era imposta solo da una dura necessità di rispar­mio economico, ma anche dalla difficoltà della distribuzione commerciale, per la forte dispersione abitativa, propria dei contadini e dei pastori, su di un territorio difficile, poverissimo di strade e di mezzi di comunicazione. La convenienza economica dell'autosufficienza nella fabbricazione di oggetti e di vestiario, era accresciuta anche dai particolari ritmi di lavoro dettati dalla natura, con lunghe pause invernali per l'agricoltore, che le impiegava per produrre tali beni, e con continue brevi pause giornaliere per il pastore, durante le soste del gregge per il pascolo. Questi portava con sè l'oggetto da lavorare, per lo più legni da intagliare ed incidere con il coltello, da cui ricavava tutto quanto potesse occorrergli. La conservazione nel tempo di queste primitive tecniche di produzione manuale risponde, in maniera funzionale, al perpetuarsi di medesimi bisogni dettati da un'economia semplice rimasta immutata. Questo spiega perchè certi oggetti e certe tecniche siano rimasti molto simili dalla lontana preistoria ad oggi, con una continuità di produzione che è giunta ininterrotta fino all'affermarsi pieno dell'industrializzazione, con le sconvolgenti innovazioni tecnologiche ad essa connesse. Cessa così, dopo millenni, un sistema di vita caratterizzato da una stentata indi­pendenza economica, che aveva consentito all'uomo di trarre direttamente dalla natura quasi tutto quanto potesse occorrergli. Appare dunque appropriato il termine di "rivoluzione industriale". Nasce pertanto la necessità e l'urgenza di conservare ai posteri la memoria di oggetti e di tecniche giunte fino a noi dalla lontana preistoria, in musei come questo.

  La pastorizia e le genti italiche

La fondamentale importanza della pastorizia fin dall'antico mondo italico ­ romano, dai Sabini delle foci del Tevere alle tribù del medio Adriatico, emerge dalla radice della parola che indica lo prima moneta: pecunia, dal latino " pecus " pecora. Il principale oggetto di scambio degli italici nei primitivi baratti commer­ciali con altri popoli, prima della comparsa delle monete, doveva essere costitui­to dalle pecore e dai derivati lana e formaggio. Anche lo parola peculio ( latino " peculium " ) che nel diritto romano indicava i beni di cui il " poter familias " concedeva al figlio l'amministrazione ed il godimento, riservandone lo proprietà, ha lo sua significativa radice nella parola " pecus" , pecora. Fino all'industrializzazio­ne lo pastorizia ovina ha costituito lo principale risorsa economica della regione più montuosa dell'Appennino.

 

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            Chieti 13 aprile 2004 - Cliccando sulle foto sovrastanti si ottengono le stesse ingrandite

 

 

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