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 PASQUA 2004 IN ABRUZZO



  Arredo dei ricoveri, stazzi 

Visita al  Museo delle Genti d'Abruzzo 


" Il destino degli uomini  nella regione che da otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalla montagna.....  ...<Ignazio Silone>"

 

Sala 12

 

La casa: struttura, arredo e vita domestica

 

Come sempre, i fattori ambientali e quelli economici conseguenti hanno imposto il tipo di struttura e la distribuzione sul territorio degli insediamenti rurali. Dai borghi arroccati dell'Abruzzo montano a prevalente economia pastorale, costruiti in pietra, si passa ad una maggiore dispersione abitativa in collina e nelle scarse pianure, a pre­valente economia agricola. In queste zone il materiale costruttivo è l'argilla mista a paglia, come nell'antichità, e mattoni in epoche più recenti, oppure il tufo, in alcune zone dove questo affiora, misto a ciottoli fluviali e laterizi. Gli elementi principali della cucina erano il focolare a terra e la conca per l'approvvigionamento dell'acqua, che la donna, fin da bambina, imparava a portare in equilibrio sulla testa; l'arredamento era com­pletato da un tavolo, sedie di legno impagliate ed una madia per le provviste (fig. 7). La camera da letto era formata da un pagliericcio riempito da foglie di granoturco, posto su di un graticcio di canne, con cuscino di lana delle proprie pecore, lenzuola e coperte tessute in casa dalle donne, talvolta impreziosite da ricami e merletti. Una cassapanca o una madia completavano l'arredo. Spesso il riscalda­mento invernale era assicurato da un'apertura comunicante con la stalla dove, occasionai mente, dormivano i ragazzi su di un mucchio di paglia.

Sala13

 

Lino e lana

La lavorazione domestica delle fibre tessili costituiva una forma di auto produzione tipica del mondo rurale femminile, essenzialmente a fini di auto consumo (biancheria intima, corredo, capi di abbigliamento). Le materie prime erano tratte direttamente dalla natura e trasformate in tessuti mediante la maceratura, la filatura a mano con l'uso delle conocchie e quindi la tessitura. Nel caso del lino - e più raramente della canapa - dopo la raccolta le fibre venivano trattate con attrezzi e strumenti appositi, fino a renderle adatte alla filatura, della quale si occupavano per lo più le bambine e le donne anziane. Alcuni prodotti di qualità, specie trine, merletti, coperte e tovaglie, avevano spesso anche finalità commerciali. Oggi sono pochissime, in Abruzzo, le tessitrici e ricamatrici ancora operanti.

Le attività domestiche

Nella società agro-pastorale, i molteplici aspetti connessi alla vita domestica erano a totale carico della donna. In ogni stagione dell'anno, sotto qualsiasi condizione meteorologica, sin dall'infanzia essa doveva recarsi più volte al giorno, con la conca di rame in equilibrio sulla testa, alla fonte ( a volte distante chilometri ) per approvvigionarsi dell'acqua necessaria alla famiglia, e alle pratiche igieniche varie, per cucinare e per dissetare persone. e bestiame, per una quantità minima di 50 litri giornalieri. Due volte al mese, bisognava lavare il bucato e se nei dintorni mancava il lavatoio pubblico, le donne erano costrette a recarsi al corso d'acqua più vicino, spesso con la culla del neonato sulla testa e con i bambini al seguito. Ogni settimana, bisognava provvedere ad ammassare e cuocere il pane per il consumo familiare. Inoltre c'erano i doveri quotidiani come accudire i figli ed il bestiame, avere cura della casa e dell'orto, cucinare e portare tra i campi il cibo agli uomini e, occasionalmente, collaborare ad alcuni lavori agricoli stagionali. Approfittando dell'estate le donne approntavano conserve varie, confetture di frutta, ortaggi sott'olio e sott'aceto, seccavano fichi, peperoni, pomodori. Le più esperte, di solito le donne più anziane, svolgevano pratiche magico - terapeutiche, associandole a metodi empirici, sui soggetti afflitti da patologie diverse; raccoglievano erbe ed infiorescenze varie, per ottenerne sia rimedi contro disturbi e malattie, sia sostanze coloranti per tingere i tessuti auto prodotti. D'estate, si raccoglievano anche il lino e la canapa, che gli uomini avevano seminato in autunno; approfittando del periodo caldo e secco le donne procedevano al lungo e laborioso processo di estra­zione della fibra, che avrebbero utilizzato per filare e per tessere. Nel frattempo alcune di loro ricamavano, facevano la maglia, intrecciavano nastri, realizzavano merletti. Tutto ciò in condizioni di reale indigenza diventava una risorsa economica extra-familiare. Spesso, per accompagnare le attività giornaliere, le donne cantavano, da sole o in gruppo e nelle sere d'estate ogni pausa del lavoro agricolo diventava occasione di festa, uomini e donne si ritrovava­no sull'aia per ballare saltarelle e quadriglie al suono del ' ddù - botte ', l'organetto tradizionale d'Abruzzo, e per divertirsi a cantare stornelli e raccontare storielle e barzellette.

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 Chieti 13 aprile 2004 - Cliccando sulle foto sovrastanti si ottengono le stesse ingrandite

 

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